Allegri, Bravo, Bene, Bis

Roma, 18 dicembre 2016 – Solo Gonzalo Higuain poteva mettere a segno la rete grazie a cui la Juve, al 14’ del primo tempo, si è sbarazzata della Roma fregiandosi del titolo simbolico di Campione d’Inverno con due giornate di anticipo.
Solo il Pipita poteva realizzarlo, oppure…. un calciatore in possesso delle sue caratteristiche fisico-tecniche che sono:  stazza potente – 92 chili x 184 centimetri; baricentro basso – gambe corte muscolose; tecnica individuale sopraffina ed ambidestro.
Higuain in azione ricorda prepotentemente un cinghialotto lanciato: non è arrestabile; i suoi avversari negli scontri ravvicinati finiscono regolarmente a gambe all’aria, come è successo al 14’ del primo tempo al non certo tenero De Rossi. Oppure, come (a seguire)  all’atletico Manolas rimasto attonito col sedere a terra al suo rapidissimo accorciamento di passo.. Solo chi ha le gambe corte, come Maradona può permetterselo. I molto estetici longilinei possono dimenticarselo.
Con la rete (gran sinistro a scoppio immediato) di ieri allo Juventus Stadium,  Higuain ha già ripagato la Juventus tutti i 90 milioni di Euro finiti nelle casse di De Laurentis ed i 5 milioni di stipendio.
Una rete che vale tesori inestimabili. Già subito. Perche consente alla Juventus di inseguire con piena tranquillità tutti i possibili obiettivi che ha di fronte ad incominciare dalla Supercoppa contro il Milan in programma il 23 dicembre.
Consente ad  Allegri di programmare tutto: dal recupero degli infortunati ad ogni tipo di turnover. I 7 punti di vantaggio sulla Roma, seconda, le permettono di amministrare il parco giocatori al meglio. A cominciare dal Campionato Italiano  che è sempre la  grande priorità per le centinaia di migliaia di tifosi bianconeri sparsi per lo Stivale.
Una gestione abile delle risorse che ha già permesso ad Allegri di portare al meglio giocatori il cui valore  non convinceva, come Mandzukic, Sturaro, Lichsteiner, lo stesso Alex Sandro. O in crisi di identità come: Chiellini e Barzagli; o anche  Quadrado e , perchè no?, lo stesso Pipita.
La Juve, ora, può guardare al suo grande traguardo, la Champions, con una tranquillità c he nessun’altra squadra europea     può permettersi.
Questo è il significato non troppo recondito della rete di Higuain.
Quindi: “ Bravo, Bene Higuain”. Ma anche “Bravo, Bene Allegri”. Soprattutto.
Quì non c’è tanto da salire sul carro del vincitore. Qui c’è serenamente da riconoscere la realtà dei fatti nello scorrere della stagione.
La nuova Juventus – emersa dal mercato estivo con due elementi decisamente innovativi come Higuain e Pjanic,  aveva bisogno di tempo per realizzarsi attraverso un calendario di impegni intenso e logorante, appesantito dall’attività azzurra. Occorreva tempo per verificare la validità delle scelte operate dalla Società.
Un progetto con caratteristiche tutte proprie rispetto alle scelte fatte da altri club importanti in Italia. Un progetto anche coraggioso, quello di concepire una formazione di profilo italiano rafforzata da  super star stranieri.
Progetto oneroso che guarda lontano: la salvaguardia del calcio italiano.
Altri hanno preferito puntare sul bussinnes puro, rivolgendosi all’estero.
Che la Juventus avesse già vinto la sua sfida si è capito in occasione della partita con la formidabile Atalanta. Fino a quel confronto, la Juve sembrava  ancora  alla ricerca del suo filo giusto. Le cose procedevano discretamente, ma non convincentemente per via di una forte occasionalità.
Contro una eccezionale realtà tecnico-atletico-tattica come l’Atalanta, la Juve dimostrò di avere raggiunto la consapevolezza dei propri mezzi, la maturità. Accettò la sfida  proposta dai bergamaschi a livello tecnico, tattico  ed atletico, senza ricorrere ad atteggiamenti speculativi. Fece una sorta di prova generale e la vinse sul piano contenutistico.
Oggi, ieri, contro la Roma, la Juventus  ha dimostrato tutto il suo potenziale che è sicuramente alto. E che si estrinseca sì anche nella rete di Higuain ma soprattutto, per gli sportivi italiani, parlando italiano.
In campo allo Juventus Stadium  – che ha festeggiato la 25 vittoria consecutiva su 25 partite – Allegri ha schierato ben cinque italiani : Buffon, Chiellini, Rugani (il miglior talento, assoluto poiché maturo) azzurro, Marchisio e Sturaro (migliore in campo).  E poi nella ripresa anche Barzagli.
Spalletti, come è ormai consueto, ha schierato in partenza – un solo italiano su undici (De Rossi). Poi, dal 27’ della ripresa, neanche lui: tutti stranieri. Ha tentato di bloccare la Juve mettendosi sulla difensiva. Ha lasciato in panchina i suoi fantasisti egiziani Salah ed El Sharawi. Totti lo aveva già onorato con l’inutile partita di Coppa. Ha promosso Gerson, talento brasiliano ancora da scoprire. Naingollan ha dato il tutto e di più; e così Perrotti ma non è stato sufficiente. Solo quando sono subentrati  i due artisti egiziani,  la difesa della Juventus ha mostrato qualche difficoltà, ma era troppo tardi.
Insomma tanto di cappello alla Sposa d’Italia ed al suo Pigmalione Allegri.
Certo piacerebbe che, talvolta, commettesse qualche passo falso in Italia …… Almeno per ravvivare le sorti di un campionato che altrimenti sembra destinato a muovere emozioni soltanto per secondi o terzi posti o per la retrocessioni.
Una situazione che non è certo  colpa della Juventus,  o di chi la gestisce a tutti i livelli. E non è solo una questione di soldi …  

                                                                       

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