USA – Mondiali di atletica: Si parte col piede giusto
Roma, 16 luglio 2022 – L’Italia soffre con le sue punte d’oro olimpiche (Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi) ma si inoltra nei Mondiali americani di Eugene con il “piede giusto”.
Ovvero con i piedi giusti degli atleti azzurri impegnati nella prima giornata di gara.
Occhi puntati, naturalmente, sul salto in alto e sui 100 metri maschili, ma anche sul resto del menù che vedeva in campo diverse carte azzurre.
Ci si aspettava tante difficoltà nelle prestazioni sia di Jacobs che di Tamberi, entrambi reduci di una stagione pre-mondiali problematica in termini di salute e di assetti esistenziali nonchè di avversari.
Il destino, ovvero, la programmazione delle gare, ha visto i due campioni olimpici impegnati nelle stesse ore, notte fonda ed a fusi orari invertiti, proprio come a Tokio.
Sia detto chiaramente, i due campioni nostrani hanno sofferto le pene dell’inferno per andare avanti.
TAMBERI SALTA 2,2 M.
Gianmarco Tamberi – in compagnia del padre Marco, allenatore riappacificato – è entrato nelle qualificazione a quota 2,16 m. quindi con 2,21 m.
Quota 2.25m superata al secondo tentativo rasentando l’asticella.
Soltanto al terzo ed ultimo tentativo riusciva a raggiungere la qualificazione a 2.28 m, già una buona quota.
Mai però con buon margine, ma sempre accarezzando l’asticella.
Una impresa qualificarsi, dunque, ma a cui il campione marchigiano ha abituato. Trattandosi di un agonista che non conosce paragoni, che non si da mai per battuto ma che sempre riesce a tirare fuori dal cilindro qualcosa che ormai nessuno si aspetta.
Non per altro, ai Mondiali figura come il capitano azzurro.
La ripetizione dell’oro olimpico di Tokio – ex aequo con il qatariota Mutaz Barshim – appare, comunque decisamente problematica vista l’attuale condizione splendida dell’atleta arabico, volato impeccabile e perfetto a tutte le quote.
Un vero gigante che con il suo 2,43 m è il saltatore più vicino al 2,45 m. (la traversa di una porta di calcio) record del mondo antico del cubano Javier Sotomayor.
JACOBS SEMIFINALI CONTRO USA
Marcell Jacobs si è qualificato per la semifinale di domani notte ore italiane 3.50, giungendo secondo dietro il giamaicano Oblique Seville con 9,93.
Il suo tempo, 10,04, eguaglia il suo primato stagionale, e non è competitivo avendo disputato soltanto due gare in stagione.
Nelle altre batterie gli americani hanno fatto sfracelli: Fred Kerley con 9,79 e Trayvon Bromell, 9,89.
Il gap è enorme ma attenzione, il “Marine” del Lago di Garda non è uno sprinter istintivo, ma un velocista riflessivo e razionale che sa perfettamente calibrarsi su qualsiasi situazione.
I dieci secondi per fare 100 metri sono pochi, ma sono anche molto lunghi…
A digiuno agonistico, Jacobs è partito in quinta corsia a stretto contatto con il giamaicano. Ha mirato ad arrivare secondo badando a tenere il passo dell’avversario più veloce. Il resto sarebbe venuto da se.
Una equazione matematica. Un’azione di controllo perfetto. Arrivato come era partito. Il tempo lo dettava il giamaicano.
Marcell non si è curato di valutare cosa facesse in prima corsia la maglia rossa del giapponese Salai, infatti terzo con 10,12.
Mentre attende le semifinale di domani notte, Jacobs commenta critico lo show degli sprinters “made in USA e dintorni”: “Sono 3 le gare che bisogna vincere per conquistare l’oro!”
Nessun accenno pessimistico. Lui sa bene anche che il prezzo che sta pagando ad Eugene non è solo fatto di infortuni muscolari che lo hanno avvicinato più alla fisioterapia che all’agonismo ad alto livello.
C’è anche, il costo plausibile dell’incognita del fuso orario – nove ore di differenza, il giorno con la notte – sulla prestazione massimale atletica.
Quando si parla di millesimi e di centesimi di secondo. è un fattore da valutare e che può avere mutazioni positive.
A modo loro, sia Jacobs che Tamberi sono partiti con il piede giusto, proprio come quel gruppo di altri italiani eccellenti nelle qualificazioni alle finali.
STAFFETTA MISTA A PUNTI
In particolare i primi punti incassati dall’Italia nella neonata classifica generale a squadre, sono arrivati dalla neonata staffetta 4×400 mista.
Con il quartetto composto da Lorenzo Benati, Ayomide Folorunso, Brayan Lopez e Alice Mangione, l’Italia ha incamerato (settima) i primi due punti.
APPRODANO IN FINALE ANCHE ALTRI TRE SPECIALISTI
Nicholas James Ponzio si è qualificato subito con un importante lancio del suo peso a 21,235 m,.
Idem per la “martellista” emiliana Sara Fantini.
Infine, soddisfazione anche dai 3000 m. siepi , gara “italica” per eccellenza ai tempi di Panetta e Lambruschini. A rinverdire le glorie del passato, guadagnandosi la prima finale mondiale, è stato il romano Ahmed Abdelwahed.