Racconti di sport. Quando sfrecciava il “Pendolino”

Oggi compie 45 anni Marcos Cafu, uno dei più grandi terzini destri della storia del calcio mondiale che in Italia ha giocato con la Roma e il Milan.- Auguri.

Roma, 7 giugno – C’è stata un’epoca in cui a Roma sfrecciava il Pendolino e dalle sue accelerate sulla fascia nascevano gol a grappoli. Poi qualcuno pensò che aveva esaurito la carica e che non fosse più in grado di andare veloce come prima e quel trenino imboccò un altro binario, stavolta in direzione nord, per dimostrare che sulla sua storia doveva ancora essere scritta la parola fine. Stiamo parlando di Marcos Cafu, il brasiliano dal sorriso perenne che per la Roma è stata anche una bandiera. Ruolo con il quale vinse, da capitano della Seleçao, i Mondiali nippo-coreani del 2002. Per sfortuna della Roma e fortuna del Milan, al termine di quella stagione 2002-03 Cafu fu lasciato partire a parametro zero dalla società giallorossa e in quella rossonera, ovviamente, lo accolsero a braccia aperte.

Nell’anno dello scudetto vinto dalla Roma (2000-01) e in quello immediatamente successivo Cafu fu il principale assist-man della squadra, del quale, a turno, si giovarono Batistuta, Montella, Totti e Cassano. Lui era una vera spina nel fianco delle difese avversarie, che per fermarlo studiavano accorgimenti vari come raddoppi di marcatura, terzini schierati all’ala e via discorrendo. Ma niente, se era in giornata Cafu non si fermava e la Roma volava con lui.

E poi, ve lo ricordate quel palleggio aereo sulla testa di Nedved nel derby dell’autogol di Paolo Negro? Roba da esteti del calcio, roba da brasiliani. Uno due, tre e oplà, la palla non c’è più e torna di qua, poi di nuovo di là e a Nedved girò la testa. Calcio samba, calcio bailado, calcio brasiliano, in una parola Cafu, uno dei più grandi terzini destri della storia della Roma e del football mondiale.

Nessuno, come lui, ha disputato tre finali consecutive della Coppa del Mondo vincendone due: Usa ’94 e Giappone-Corea 2002, in cui, come scritto, da capitano alzò al cielo la Coppa più prestigiosa. Come non ricordare, infine, il suo grande impegno nella beneficienza, con la creazione della fondazione rivolta a togliere dalle strade della sua San Paolo, in Brasile, i Ninos de Rua, ovvero gli orfanelli che girano abbandonati da tutto e da tutti? Campione in campo e campione fuori.

Auguri Cafu, a te che sei nato oggi, il 7 giugno, del 1970, quando un altro grande terzino destro del Brasile, Carlos Alberto, si apprestava a vincere i campionati del mondo in Messico proprio contro l’Italia, alla quale segnò un gran gol nella finale che i gialloverdi vinsero per 4-1 allo Stadio Azteca.

Cafu è stato il suo miglior erede.

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