Racconti di sport: “L’orgoglio dell’Isola!”

Roma, 12 maggio  – Ci sono squadre, sodalizi,  che pur non avendo il palmares degli squadroni del Nord hanno un fascino ed un consenso unanime, trasversale.

È il caso del Cagliari tornato nel posto che gli compete, la serie A, serbatoio da più di cinquant’anni di emozioni relative al mondo del calcio e non solo.

Sì perché da sempre il Cagliari calcio è il riscontro non solo della città ma dell’intera Sardegna, sdoganata dalla conquista dello storico scudetto del 1970.

Ricordo da adolescente più volte di aver sentito battute ed affermazioni del tipo:” stai attento a come ti comporti altrimenti ti sbatto in Sardegna”, come se l’isola fosse la Cayenna o chissà quale inferno.

L’impresa dei ragazzi del ’70, allenatore il mitico Scopigno e cannoniere il grande Gigi Riva, contribuì alla conoscenza più approfondita di Cagliari e di tutta l’isola e con essa la certezza di un’enorme patrimonio, oltre che naturalistico, anche umano.

Dal punto di vista strettamente calcistico l’avventura dei rossoblù cominciò con la promozione in A nel torneo ‘64/’65, allenata da Arturo Silvestri detto “Sandokan” vecchio bucaniere della panchina e da allora, anno dopo anno,  si consolidò  una straordinaria tradizione di grandi giocatori, di allenatori e vari personaggi legati all’isola.

A questo proposito si narra che il famoso bandito Mesina, latitante, andasse a vedere le imprese di Riva e compagni in barba alle forze dell’ordine che lo braccavano ossessivamente.

Sintomatica la vicenda di Riva, proveniente dalla provincia di Varese, catapultato nel ’63 in serie B a Cagliari in un periodo dove la firma consensuale era di là da venire e convinto di rimanerci per un solo anno; ci rimarrà per tutta la vita e diventerà un orgoglio vivente per il riscatto sociale di tutti gli isolani, con i suoi rifiuti a vestire le maglie più prestigiose d’Italia, rinunciando a fiumi di denaro impressionante. 

Ma il fascino di Cagliari e di tutta la Sardegna non ha colpito solo Riva; negli anni abbiamo avuto esempi come Virdis, Piras, Nenè e più recentemente come Claudio Ranieri che decollò come allenatore portando dal ’88 al ’90, in soli due anni, i sardi dalla C1 alla A!

L’allenatore romano, in piena ubriacatura da festeggiamenti della favola Leicester, ha testualmente dichiarato: “La mia favola è stata Cagliari, dopo una prima esperienza da allenatore dei dilettanti, e nessuno mi ha regalato nulla. Se non avessi vinto quei campionati venendo promosso in serie A per poi rimanerci, io non sarei qua. Tutto è iniziato là”.

Abbiamo citato alcuni grandi interpreti dell’epopea rossoblù  e tanti altri potremmo citarne come Mazzone, Ventura, Tabarez, Allegri per gli allenatori, Francescoli, Fonseca, Selvaggi, Oliveira come giocatori e come dimenticare il “tamburino sardo” per eccellenza, al secolo Gianfranco Zola, grande calciatore col Cagliari,  insignito col titolo di Baronetto dalla Regina Elisabetta, grande vanto di tutta la Sardegna.

La squadra oggi ha un presidente dinamico e propositivo come Giulini che senza fare il fenomeno, sta interagendo con le varie anime della città e della Regione, offrendo fattive collaborazioni a persone che hanno dato l’anima per il club e che hanno contribuito a quella simpatia trasversale di cui accennavamo in premessa; che non è poca cosa in un mondo come quello del calcio da sempre travolto, specialmente in Italia, dalla logica del tifo-contro, della perenne lotta tra Guelfi e Ghibellini.

Anche e soprattutto per questo “FORZACCAGLIARI”! 

     

Exit mobile version