Tematiche etico-sociali

Il Fondo Monetario Internazionale e la prima casa

IMU prima casaIl Fmi ribadisce la necessità del mantenimento dell’IMU sulla prima casa;

probabilmente non è al corrente che questa tassa, la più iniqua che sia stata mai applicata in Italia, è la causa della paralisi del mercato immobiliare e il mercato immobiliare ferma l’economia di tutto il paese e che, indipendentemente da questo, questa tassa concentra nella sua istituzione, tutte le peggiori prerogative sociali ed economiche. Innanzi tutto la prima casa è un bene che, una volta acquistato, il discorso è chiuso, e non è un servizio di cui si acquista l’erogazione, e questo è un concetto elementare che il Fmi dovrebbe conoscere; poi non si può applicare un’imposta su un bene di cui esiste la proprietà in quanto sarebbe un’imposta sulla proprietà per cui questa sarebbe un’imposta contro la proprietà e, come tale, democraticamente inaccettabile e anticostituzionale e, inoltre, questa verrebbe a decremento dell’economia in quanto l’economia, in questo momento, è bloccata per l’unica ragione che le tasse, l’IMU soprattutto, non consentono il consumo per cui, per riavviare la ripresa economica, bisogna, innanzitutto, non finanziare 200.000 posti di lavoro con i fondi dell’UE, la qualcosa non significa proprio niente e non fa ottenere alcun risultato concreto, ma abbassare in linea verticale le tasse; abbassare in linea verticale le tasse e togliere l’IMU sulla prima casa, soprattutto! Questo è un principio ed un meccanismo di economia sperimentato, con ottimi risultati, dalle economie più progredite del mondo. Sovraccaricare il contribuente di tasse, specie se indirette e inique, si ripercuote, fin dal breve termine, come un boomerang contro l’economia stessa e contro lo stato perché gli introiti programmati dallo stato, in questo modo, diminuiscono vertiginosamente perché le tasse fanno diminuire la possibilità di consumare e il contribuente, consumando sempre di meno, fa arrivare all’erario sempre minor introito in seguito alla quale situazione i conti pubblici vanno in deficit. Inoltre le imposte indirette, in modo particolare l’IVA è un’autentica tassa contro il progresso economico per cui, proprio per avviare quella ripresa, che, nelle condizioni attuali, non ripartirà mai, bisogna abbassarla sensibilmente e non “giocare” retoricamente sull’alternativa un punto più, un punto meno, perché questo fatto non otterrà altro risultato che l’inasprimento del consumatore, che sarà costretto a limitare i suoi consumi, e del commerciante e dell’impresa, che accuseranno la contrazione del commercio e della produzione con conseguente riduzione di occupazione e, tutti, in dimensioni diverse, si sentiranno presi per i fondelli se gli si abbassa l’IVA dal 21% al 20% o dal 22% gliela si porta al 21%; ma lo stato ha bisogno di soldi perché le “cose” sono andate in modo diverso da come ci avevano dato ad intendere, e al Fmi di questo non gliene importa niente, e allora non trova altro sistema, per sopperire a questa situazione, che imporre tasse e diventa un cane che si morde la coda da solo…..ma il Fmi, arriva a questo ragionamento e a queste deduzioni?….o fa l’economia all’italiana, vale a dire mette le tasse dove è più facile esigerle o a quei contribuenti che non possono ribellarsi, per proteggere lobbyes e gruppi di potere, e guarda, con i paraocchi e senza conoscere l’economia, soltanto i numeri di un bilancio che, nonostante lo strangolamento del contribuente…… a livello contabile, non quadra assolutamente, per cui lo fa quadrare solo politicamente?

 

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