La scomparsa di Ilario Castagner.

Tecnico innovativo propiziatore del Perugia dei miracoli.

Roma, 18 febbraio 2023.

 

Una brutta notizia ha colpito il mondo del calcio nel pomeriggio odierno e cioè la scomparsa di Ilario Castagner, storico allenatore del Perugia-miracolo della stagione 1978/1979.

Proprio durante lo svolgimento del derby umbro tra Perugia e Ternana, allo stadio Curi, è arrivata la notizia con i locali che hanno poi battuto i ternani con un perentorio 3-0 idealmente commemorando il loro vecchio tecnico.

Castagner si fa conoscere dal grande pubblico nel campionato 1975/1976 quando sbarca in serie A con la matricola Perugia, da lui condotta nella massima serie dopo il trionfale torneo di serie B della stagione precedente.

E’ uno dei giovani tecnici, allora trentacinquenne, che non hanno paura di misurarsi nel calcio che conta in un percorso innovativo e nel solco tracciato, già da qualche anno, dai Vinicio, Radice, Marchioro e Bersellini.

Gioco di prima, schemi su palla inattiva, a centrocampo marcature a zona, sovrapposizioni sulle fasce e voglia di giocarsela a prescindere dall’avversario di fronte.

Ho detto in premessa Perugia-miracolo perché nella stagione 1978/1979 il Perugia lo chiude imbattuto per tutte e trenta le gare del torneo, ricordando che la serie A è a sedici squadre.

Tale performance lo porta a contendere al Milan lo scudetto, conquistando uno storico secondo posto e perdendo l’imbattibilità nel successivo campionato dopo sei giornate.

Castagner guida una squadra che è un orologio svizzero con atleti, non campionissimi, funzionali alla sua filosofia.

Giocatori come Frosio, Vannini, Casarsa, Ceccarini, Malizia, Bagni, tanto per citarne alcuni, valorizzati dai concetti di Castagner.

Il tecnico veneto, dopo l’esperienza umbra, arriva a dirigere il Milan con cui vince il campionato di serie B 1982/1983 transitando poi nel 1985 sulla panchina opposta per guidare l’Inter.

Prima ancora però viene chiamato da una Lazio in piena ricostruzione dopo il disastro del primo scandalo scommesse nell’estate 1980.

Castagner accetta volentieri, stimolato dalla piazza e dal progetto, ritrovandosi una serie di giocatori da lui richiesti con il gioiello olandese Renè Van de Kerkhof.

In pieno ritiro, in preparazione alla nuova stagione, arriva la mazzata nell’infausto 25 luglio 1980 con la retrocessione in serie B della Lazio decretata dalla CAF come sentenza inappellabile allo scandalo scommesse.

C’è chi racconta che sulla Val Nerina le sgommate dell’automobile di Van de Kerkhof assomigliassero a quelle dei piloti di formula uno, in piena fuga da una realtà a lui sconosciuta.

Castagner prova con apprezzabile maestria a ricompattare la squadra e l’ambiente ma una società allo sbando con gravi problemi economici e mestatori nel torbido seriali negano al tecnico e alla Lazio l’agognato ritorno nella massima serie.

Comunque una buona carriera quella di Ilario Castagner, come già detto un innovatore nella sua professione in un’epoca, se vogliamo, in lento avvicinamento alla rivoluzione portata da Arrigo Sacchi sul finire degli anni novanta.

 

 

 

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