Racconti di sport

Il Portiere.

Buon compleanno ad un grande del calcio italiano.

Roma, 2 novembre 2019. Chi è più forte tra Dino Zoff, Giuliano Sarti, Sepp Maier o Gigi Buffon? Nessun dubbio, Enrico, Ricky, Albertosi che oggi festeggia 80 anni ben portati.

La scuola italiana dei portieri di calcio è unanimemente riconosciuta a livelli di eccellenza mondiale e la scelta è sempre stata difficile, sia per chi far scendere in campo nella nostra Nazionale, sia per chi era deputato alla critica giornalistica. Nel mio personalissimo cartellino, come diceva Rino Tommasi nel commentare gli incontri di boxe, la preferenza è sempre caduta su Albertosi che ho reputato, ai tempi, più forte di Zoff.

Toscano di Pontremoli, in provincia di Massa-Carrara, Albertosi nell’epoca degli esordi in età matura, specialmente per un portiere, debutta a soli 19 anni in serie A con la Fiorentina e addirittura a 21 in Nazionale per complessive 528 presenze nella massima divisione, in un arco temporale di 22 anni, divise oltre che con i Viola anche con Cagliari e Milan. Tecnicamente completo, ben strutturato, ha saputo coniugare anche gesti stilisticamente spettacolari che lo hanno reso più riconoscibile rispetto, per esempio, alle caratteristiche di Zoff. Protagonista in quattro edizioni dei mondiali, con la mitica edizione del 1970 dove spicca la semifinale con la Germania, fiore all’occhiello, quando parò anche gli spifferi d’aria dello stadio Azteca di Città del Messico.

Campione d’Italia col Cagliari, sempre nell’anno magico del 1970, col record ineguagliabile di appena 11 reti subite nei tornei a sedici squadre e col Milan nel 1979, l’anno della stella rossonera, Ricky ha sempre confessato un piccolo rimpianto verso la Fiorentina, a cui è rimasto maggiormente affezionato, essendo lui stato ceduto dai Viola proprio nella stagione 1968/1969 quando gli stessi vinsero il loro secondo scudetto.

E’ chiaro che una carriera così non è per tutti e non tutti possono vantare una naturale predisposizione fisica che madre natura gli ha donato. Albertosi non si è fatto mancare nulla, dal fumare in media un pacchetto di sigarette al giorno, al divertirsi nella passione per i cavalli, alla sensibilità verso il fascino femminile, alle giocate di poker coi compagni in ritiro.

A questo proposito nell’anno dello scudetto del Cagliari, alla vigilia di una insidiosa trasferta, celebre fu l’episodio che lo vide protagonista insieme a Riva e ad altri due compagni. A tardissima serata, nell’albergo che ospitava la squadra, Ricky e i suoi colleghi stavano giocando a poker incuranti dell’ora e con l’aggravante che fumavano e bevevano più da biscazzieri che da atleti; improvvisamente alla porta della stanza di Albertosi bussa il mister Scopigno, detto il filosofo, che aveva immaginato qualcosa ed entrando quasi non distingue i componenti per quanto fumo addensasse l’ambiente. Due dei quattro giocatori riescono a scappare non si sa come, rimangono Riva e Albertosi, impietriti, col tecnico sulla porta che seraficamente chiede: <<dispiace se fumo?>>.

Ho stampato nella mente un ricordo di una parata pazzesca di Ricky Albertosi in un Fiorentina-Torino della stagione ‘67/’68. A metà secondo tempo di quella gara, i Viola erano completamente riversi nella metà campo granata per rimontare lo svantaggio di 0-1 e subirono un’azione di contropiede dove Combin, centravanti del Toro, sparò addosso ad Albertosi un tiro molto forte, respinto dal portiere. La ribattuta dello stesso Combin di testa indirizzò il pallone sotto la traversa, con l’attaccante del Torino già esultante per il probabile goal quando rimase di sasso nel vedere Albertosi che da terra con uno scatto di reni prodigioso schiaffeggiò la sfera mandandola in corner. Un gesto ai limiti della legge di gravità.

L’IFFHS, istituto specializzato nelle ricerche storiche sui più grandi calciatori di tutti i tempi divisi per ruolo, annovera Albertosi oltre la 30° posizione relativamente ai più forti portieri europei del XX secolo. Un insulto, una mancanza di rispetto verso una carriera straordinaria. Come può essere inferiore a Casillas, Chilavert, Dida, Van der Sar ed altri ancora che non citiamo per motivi di spazio? Non scherziamo, il più forte è Albertosi. Auguroni Ricky.

 

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