Racconti di sport

Il rapimento di Chinaglia.

Un curioso episodio nella totale assenza dei social...

Roma, 1 febbraio 2023.

 

E’ una storia vera quella che sto per raccontarvi, a distanza di cinquant’anni esatti, e che riletta oggi fa anche tenerezza con parecchi dubbi in proposito.

Giovedì primo febbraio 1973 i media c’informano, in tarda serata, che c’è stato il rapimento di Giorgio Chinaglia, centrattacco della Lazio! 

I biancocelesti si trovano in una località appenninica abruzzese per qualche giorno di ossigenazione (all’epoca si usava…) tra la prima e la seconda giornata del girone di ritorno del campionato ‘72/’73.

A ridosso delle ore 16, verso il termine dell’allenamento, sette ragazzi irrompono sul campo da gioco e prendono letteralmente di peso Chinaglia e lo portano via, tra lo stupore di qualche giornalista presente e la paura dei compagni di squadra.

Giorgione viene condotto verso la sede occupata dell’ISEF (Istituto Superiore di Educazione Fisica) di L’Aquila, perché il gesto è rivendicato dal Comitato d’Agitazione dell’ISEF del capoluogo abruzzese.

I punti salienti del Comitato d’Agitazione sono: 1) La richiesta della ristrutturazione degli ISEF, inadeguati alle nuove esigenze; 2) La protesta contro il progetto La Rosa.

La proposta di legge del deputato La Rosa consentirebbe l’immissione di circa 7.000 “non qualificati”, in aggiunta ai 4.000 iscritti in Italia, con la semplice frequentazione di un corso estivo di tre mesi da ripetersi per tre anni.

I sette “rapitori”, tra cui anche due studentesse, spiegano poi, in un’improvvisata tavola rotonda nel tardo pomeriggio con alcuni giornalisti, i motivi dell’eclatante gesto.

E Chinaglia? Il rappresentante del Comitato dice:<Naturalmente non gli verrà torto un capello, la nostra è solo un’azione dimostrativa>.

Giorgione viene poi rilasciato verso le 19,30, raggiunto nella sede dell’Istituto dall’allenatore Maestrelli e dal padre spirituale Lisandrini.

Chinaglia racconta di essere stato trattato bene, ha potuto fare la doccia e si è rivestito con i propri indumenti visto che, al momento del ratto, era in tenuta da gioco.

Ha ascoltato le istanze dei rappresentanti del Comitato, tranquillizzatosi dopo i primi momenti di smarrimento e paura.

A distanza di cinquant’anni l’accaduto lascia qualche perplessità su una situazione che probabilmente è stata pianificata, col benestare di tutti, visto poi il finale all’olio d’oliva con i giornalisti e le foto del centrattacco sorridente mentre viene pettinato da una graziosa studentessa.

Il personaggio Chinaglia, al culmine di una grande popolarità, attaccante di una Lazio in lotta per lo scudetto e della Nazionale, è per gli studenti la cassa di risonanza ideale.

Quel gruppo, facenti parte del Comitato, rivendica condizioni di studio e di futura professionalità in un settore da sempre in difficoltà e in arretrato rispetto ad altri contesti europei.

Chissà se a distanza di mezzo secolo qualcuno di quei ragazzi ricorda quell’episodio, di quel gigante “complice” in un tempo senza social, radio e televisioni private.

Tanto è vero che lo stesso Giorgione avverte la moglie, che nulla sapeva, in serata appena rilasciato, che non è successo niente di particolarmente grave.

Praticamente un urlo nel deserto sconfinato, ma in cuor loro gli appartenenti del Comitato forse già sapevano che:<Giorgio Chinaglia è il grido di battaglia>.

 

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