Racconti di sport

65 anni da Bomber

Tanti auguri a Roberto Pruzzo, il vero “Bomber” del calcio italiano

Roma, 1 aprile 2020 – Con l’amico e collega Amedeo Santicchia, laziale di provata fede, ci divertiamo da più di un quarto di secolo a prenderci in giro sulla Roma e sulla Lazio. Dunque, visto il suo ricordo di ieri sul dito di Chinaglia al derby del ’74, non potevo che replicare oggi, 1 aprile. Il giorno del pesce e del compleanno del vero Bomber del calcio italiano, tanto che ancora oggi lo chiamano tutti così: “il Bomber”. Parlo di Roberto Pruzzo, che proprio oggi compie 65 anni. Un idolo per i tifosi del Genoa (prima) e della Roma (poi) nonché il principale attaccante di riferimento di un decennio della squadra giallorossa. Precisamente dal 1978, quando il presidente Anzalone lo acquistò dal Genoa per tre miliardi delle vecchie lire, al 1988. L’uomo che vinse per tre volte la classifica marcatori con la grande Roma di Viola (1981, 1982, 1986), quello che se c’era un pallone vagante in area di rigore non ci pensava due volte a trasformarlo in rete. L’uomo della cinquina all’Avellino, della rovesciata del 2-2 all’ultimo minuto in casa della Juventus nel campionato 1983-84 e dei tanti, splendidi, gol di testa. Una specialità che, per lui, era un vero e proprio marchio di fabbrica. Con la Roma ha vinto lo scudetto dell’82-83 e 4 Coppe Italia e alla Lazio ha segnato in tre derby consecutivi tra il 1979 e il 1983. Nel resto dei suoi anni in giallorosso i “cugini”  hanno giocato più spesso in B che in A e, per questo, gli hanno impedito di continuare nella serie. Le sue esultanze erano epiche e sono state immortalate in tantissime foto stupende. Esultanze belle e spontanee, non programmate ad arte come accade spesso nel calcio di oggi. Tanto che, pur essendo stato il primo a togliersi la maglia dopo una gol (quello alla Juve del 1986), sotto non mostrò un dorso nudo come fanno i muscolati calciatori odierni, ma una semplice canottiera bianca (o maglia della salute) che a quei tempi, tra l’autunno e la primavera, molti calciatori erano soliti indossare sotto la maglia da gioco. Altro calcio, altri tempi, altro tutto. E per noi che abbiamo avuto la fortuna di averlo vissuto, consentitecelo, molto più bello. Perdonateci, amici lettori, questi nostri scherzi e battute su argomenti lievi come il calcio e il derby in un momento come quello che stiamo vivendo. Con le nostre storie e battute a distanza speriamo di rendervi meno pesanti questi momenti casalinghi che poi, a pensarci bene, non sono nulla rispetto a quello che stanno vivendo tutti coloro che sono in prima linea contro questo maledetto virus. Medici, infermieri, forze dell’ordine, camionisti, operatori della piccola e grande distribuzione alimentare, operatori della nettezza urbana e tutti gli altri che consentono alla nostra società di andare avanti, seppur a marce ridotte. Grazie a tutti voi da parte nostra, che possiamo solo raccontarvi storie di un mondo che ora ci manca tanto a tutti nella sua normalità.

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