Fondo per l’Ucraina: prestiti collettivi UE o profitti da asset russi congelati

La lettera inviata ai 27 leader del blocco delinea due strade per il sostegno finanziario e militare a Kiev (83,4 miliardi per le forze armate), con una decisione attesa entro fine 2025.

L’Unione Europea si prepara a un nuovo, massiccio impegno finanziario per sostenere l’Ucraina. In una lettera indirizzata ai 27 leader degli Stati membri, la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha delineato le esigenze finanziarie e militari di Kiev per il biennio 2026-2027, stimando un fabbisogno complessivo di ben 135 miliardi di euro, di cui 83,4 miliardi di euro per le forze armate ucraine e 55,2 miliardi di euro per il funzionamento dell’economia. Questa cifra, che supera quasi quanto fornito dal blocco dall’inizio dell’invasione russa nel 2022, riflette l’escalation del conflitto e il contestuale taglio degli aiuti diretti da parte degli Stati Uniti.

Di fronte a questa necessità ingente, la Commissione ha presentato due opzioni principali per coprire i costi: un controverso prestito collettivo obbligatorio che graverebbe sui bilanci nazionali, oppure l’utilizzo dei profitti derivanti dai beni della Banca centrale russa congelati in Europa. La posta in gioco è alta e la decisione, attesa entro la fine del 2025, determinerà non solo il futuro del sostegno europeo a Kiev, ma anche le dinamiche economiche interne all’Unione.

Il fabbisogno 2026/27: perché l’UE stima 135 Miliardi di Euro per Kiev

Per fare un paragone, dall’inizio della guerra contro la Russia nel febbraio 2022, il blocco ha fornito 66 miliardi di euro in aiuti militari e 100,6 miliardi di euro in sostegno finanziario, oltre a 3,7 miliardi di euro provenienti dai profitti imprevisti dei beni russi immobilizzati. Ciò significa che, nei prossimi due anni, l’Ue contribuirà quasi quanto ha fatto in quasi quattro anni. L’aumento è direttamente correlato al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca che ha tagliato la maggior parte degli aiuti diretti, comprese le ingenti donazioni di armi e munizioni inviate sotto il presidente Joe Biden.

L’impatto del taglio USA: sostegno Ucraina interamente a carico dell’UE

Alleati come Regno Unito, Norvegia, Canada e Giappone non subiscono la stangata: paga tutto l’UE. “Mentre l’aggressione russa continua e i costi della guerra aumentano, la capacità di ripresa finanziaria dell’Ucraina si sta erodendo – scrive von der Leyen -. Senza un sostegno sostenuto e graduale nel 2026 e oltre”, Kiev “rischia seriamente di trovarsi in una situazione di stallo economico, minando la sua capacità di difendersi e di mantenere le funzioni statali essenziali”.

Due opzioni di finanziamento: debito collettivo o profitti dei Beni Russi

La Commissione ha messo sul tavolo due alternative principali. L’opzione 1 consisterebbe nell’erogazione di sovvenzioni a fondo perduto finanziate a livello nazionale. L’opzione 2, invece, prevede un prestito collettivo a livello di UE, rendendolo di fatto obbligatorio per gli Stati membri e non volontario, una scelta significativa date le attuali difficoltà economiche nazionali.

Questo debito comune implicherebbe che la sottoscrizione dei finanziamenti e il pagamento degli interessi sarebbero commisurati alle dimensioni economiche di ciascun Paese. Inoltre, se un Paese si ritirasse dal programma, gli altri dovrebbero colmare l’ammanco.

L’elemento centrale di questo prestito si basa sui beni della Banca Centrale Russa immobilizzati, per un valore di circa 185 miliardi di euro, detenuti prevalentemente presso Euroclear. Si specifica che non si tratta di una confisca di beni sovrani, vietata dal diritto internazionale: la Russia mantiene la possibilità di recuperare i suoi fondi se si impegna a risarcire i danni causati dal conflitto.

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