Medicina

Dall’Ebola si può guarire. Il vaccino sperimentale funziona!

Guariti il medico Kent Brantly e la missionaria americana Nancy Writebol

Atlanta, 22 agosto – (ansa) Kent Brantly, il medico statunitense trentatreenne infettato dal virus Ebola in Africa e ricoverato ad Atlanta è guarito e oggi verra’ dimesso dall’ospedale, ha reso noto una portavoce del gruppo per il quale lavorava. Una conferenza stampa è in calendario nelle prossime ore. Kent Brantly “oggi sarà dimesso dall’Emory University Hospital di Atlanta, dopo aver completato il percorso di cura dal virus mortale di ebola”, rende noto Franklin Graham, il presidente di Samaritan’s Purse sul sito dell’associazione, impegnata nelle missioni umanitarie. “Oggi mi unisco a tutti i team di lavoro di Samaritan’s Purse in giro per il mondo – aggiunge Graham – nel ringraziare Dio e festeggiare il recupero del Dr. Kent Brantly da Ebola e la sua dimissione dall’ospedale”.

Anche la seconda missionaria americana colpita dal virus in Liberia e’ guarita. Lo rende noto la Cnn, precisando che Nancy Wristebol avrebbe gia’ lasciato l’Emory hospital di Atlanta, ieri.

A Brantly, sopravvissuto ad un virus che ha una mortalità compresa tra il 60 e il 90% dei casi “è stato somministrato un vaccino sperimentale mentre era ancora in Liberia e una unità di sangue proveniente da un quattordicenne sopravvissuto a Ebola”, precisa il presidente dell’associazione. Alla stessa cura è stata sottoposta anche Nancy Writebol, la missionaria appartenente alla stessa organizzazione, rientrata negli Stati Uniti dalla Liberia dove ha contratto la malattia, che però risulta ancora ricoverata in isolamento.

IL BILANCIO – L’epidemia di Ebola ha fatto finora 1.350 morti con 2.473 casi di malattia da virus in Liberia, Sierra Leone, Guinea e Nigeria. Lo ha reso noto oggi l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), precisando che in due giorni, il 17 e il 18 agosto, sono morte 106 persone.

L’ORIENTE TEME IL CONTAGIO – Il Vietnam e la Birmania stanno effettuando dei test su tre pazienti – due nigeriani ed un birmano – per verificare se hanno contratto il virus. I due nigeriani, arrivati lunedì in Vietnam dal Qatar, sono stati messi in isolamento nell’ospedale delle malattie tropicali a Ho Chi Minh City, mentre in Birmania, un uomo di 22 anni proveniente dalla Guinea, è stato ricoverato dopo essere arrivato all’aeroporto di Rangoon. Un altro caso sospetto fa preoccupare gli Usa. Un paziente di un ospedale di Sacramento, in California, e’ stato posto in isolamento.

LA TASK FORCE ITALIANA – Nessun caso sospetto di Ebola è stato invece segnalato al Ministero della Salute in Italia nonostante la sorveglianza sia stata rafforzata, ha fatto sapere lo stesso ministero in un aggiornamento della situazione nazionale e internazionale. E nessuna conferma fino ad ora per i pochi casi sospetti in Europa. Continuano i controlli, secondo i protocolli previsti dalle circolari ministeriali ed in linea con le raccomandazioni dell’OMS, impegnando gli Uffici di sanità marittima aerea e di frontiera del Ministero della Salute e tutte le strutture del SSN, coordinate dal Ministero. “Siamo pronti ad intervenire adeguatamente e con gli strumenti sanitari necessari per gestire eventuali casi sospetti e comunque tutte le situazioni che possono derivare dall’esposizione al virus ebola”, ha detto l’assessore regionale alla salute Claudio Montaldo dopo la riunione della task force che la Regione Liguria, sotto la regia del settore prevenzione e dell’agenzia regionale sanitaria, ha predisposto già a fine luglio per adottare iniziative per gestire l’eventuale infezione. La task force, composta da direzioni sanitarie, infettivologi, igienisti e rappresentanti dei dipartimenti di prevenzione, 118, sanità marittima e medici di medicina generale, ha definito le procedure da adottare per la gestione di tutti i livelli di gravità dell’eventuale infezione, individuando i posti letto nelle diverse aree territoriali, gli operatori coinvolti e le misure di profilassi da attuare nelle diverse situazioni.

COPRIFUOCO IN LIBERIA – Intanto in Africa si combatte con il tempo per non lasciare spazio al virus di allargare il suo raggio di azione. “Questa è la più grande epidemia di Ebola che il mondo abbia mai visto”, afferma dal cuore dell’area di crisi in Sierra Leone Rob Mac Gillivray, Direttore Regionale per le Emergenze Umanitarie di Save the Children che spiega di temerne la diffusione fra i bambini. Sono i più difficili da curare e per la paura i genitori si tengono lontani dai centri medici e le donne stanno partorendo in casa senza assistenza qualificata. Intanto 75mila abitanti di West Point, nella periferia occidentale di Monrovia, capitale della Liberia, Paese colpito dal virus Ebola, si sono risvegliati letteralmente ‘accerchiati’ da un cordone di militari e polizia, pesantemente armati. La presidente Ellen Johnson Sirleaf ha decretato il coprifuoco notturno in tutto il Paese a partire da questa sera e ha imposto la quarantena a West Point e a Dolo Town, nella provincia di Margibi, a sud della capitale, per cercare di frenare la diffusione dell’epidemia del virus Ebola. Secondo testimoni gli abitanti di West Point hanno reagito al cordone di sicurezza dei militari e polizia lanciando contro le forze di sicurezza delle pietre. Alla paura del contagio si aggiunge cosi’ la rabbia e i disordini.

OMS: CURA PUO’ ARRIVARE DA SANGUE SOPRAVVISSUTI – La migliore chance di cura per i malati di Ebola può arrivare dal sangue di chi è riuscito a sopravvivere a questa tremenda infezione. Visto che i farmaci sperimentali sono pochi o non ancora pronti all’uso, gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stanno pensando ad un’altra soluzione, cioè usare il plasma del sangue di chi è guarito dalla malattia, che contiene gli anticorpi sviluppati alla malattia, e ‘condividere’ questa immunità al virus con chi è malato per aiutarlo a combattere l’infezione.

L’ALLARME DI MEDICI SENZA FRONTIERE – Ci vorranno almeno sei mesi perchè l’epidemia di Ebola in Africa Occidentale possa essere messa sotto controllo: è questa la previsione di Joanne Liu, presidente di Medici senza frontiere (Msf), secondo il quale ”la situazione sta peggiorando più velocemente del previsto e il virus si muove più in fretta rispetto alla risposta che possiamo dare”. Parlando a Ginevra dopo la sua visita nella zona del contagio ha spiegato che anche se l’epicentro iniziale dell’epidemia è stato in Guinea e il suo ritmo lì è rallentato, ora il focolaio principale è in altri paesi, in particolare in Liberia. ”Se non riusciamo a stabilizzare la Liberia – continua Liu – non riusciremo mai a stabilizzare l’intera regione – continua – In termini di tempo, non si tratta di settimane, ma di mesi. Abbiamo bisogno di un impegno di mesi, almeno sei, direi. E si tratta di una previsione molto ottimistica. Tutti i governi devono agire ora, se vogliamo contenere l’epidemia”.

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