Coronavirus – Covid-19. Sport e Italia ko per terrorismo info

Roma, 7 marzo 2020 – È proprio vero, il Corona Virus non fa sconti. Non rispetta nessuno. Neanche il Segretario dei DS al Governo, Nicola Zingaretti. Dunque una vera calamità!
Alziamo le barricate. Aumentiamo le difese. L’isolamento. Rimandiamo a data da determinarsi scuole, giustizia , sport. Qualsiasi attività che implichi stare riavvicinati a meno ad un metro di distanza, treni, autobus, metropolitane, lavoro , mercati, supermercati e quant’altro. Insomma tutto, proprio tutto a cominciare da abbracci anche quelli amorosi.
Tutto deve essere regolamentato. Decretato nei particolari più stretti. Solo cosi l’Umanità (almeno quella italica) potrà salvarsi.
Neanche il Vaticano potrà scamparla giacchè la maggior parte dei suoi cittadini sono ben avanzati nell’età.
Come è potuto accadere che il Bel Paese sia diventato all’improvviso  un luogo dannato? Un discorso non lungo, ma articolato.
Oltre ad essersi autodenunciata come il Lebbrosario di tutto il Pianeta –superando perfino la Cina – l’Italia sta esportando, scientemente, a piene mani anche un dilagante stato d’ansia in tutto il mondo, vicino e lontano.
Come?
Semplicemente attraverso uno spregiudicato terrorismo informatico dettato sostanzialmente da due fattori.
Da un lato la necessita di forze politiche di allontanare lo spauracchio di un redde rationem (rinvio del Referendum del 29 marzo: che fine hanno fatto Gli Stati Generali Pentastellati?), dall’altro la gara editoriale dei Media dietro l’allarme.
Un gioco semplice ma micidiale che si esplicita con una pseudo informazione scientifica e trasparente che, in realtà, altro non è che una sottile (si fa per dire, perché in realtà è becerume) ed ingannevole operazione di “Fake News”. Disinformazione.
Il trucco c’è e si vede, perché è plateale. Ma una intricata rete di incapacità ed interessi, impedisce che emerga. Ovvero che vengano a galla solo i dati presentati capziosamente.
Dall’inizio della grottesca vicenda, l’informazione ha sempre “scientificamente” prodotto i dati “fondamentali”: contagiati, quarantenati, isolati a casa, guariti , morti.
Sulla base di questi dati “obiettivi” (tot morti, tot contagiati, tot guariti) sono state elaborate misure sempre più radicali per affrontare un problema salutare elevato a rango di colera, lebbra o peggio.
Il malessere che ha consigliato Zingaretti (nessuno ha visto il referto!) di restare qualche giorno operativo a casa senza ricorrere allo Spallanzani, riporta in maniera eclatante la realtà dei fatti nella sua giusta proporzione, Quella di una influenza stagionale – più o meno grave a seconda i soggetti – dalla quale si esce anche senza il ricorso ai vaccini non ancora approntati.
La particolarità che rende questo Virus insidioso è la sua maggior contagiosità. Ma in positivo vi è che interessi soprattutto le persone anziane e non la popolazione attiva ed i giovani.
Questi sono i dati fondamentali che vengono, però “dimenticati”.. Essi stamane indicavano che in Italia, a partire dal primo caso della coppia di turisti cinesi, sono stati registrati 4.636 casi.
Contagiati, ridotti ad oggi a 3.916 per le intervenute 523 guarigioni – ivi compresa quella dello studente veneto “ Niccolo” salvato dalla Cina con gli aerei militari predisposti dal ministro degli Esteri Di Maio. Di questi circa 1000 sono tranquilli in isolamento a casa (Zingaretti e l’autista di Salvini inclusi); 2.394 sono ospiti di vari ospedali italiani affetti dai sintomi e quindi in quarantena.
Solo 462 sono in terapia intensiva , la gran maggioranza anziani affetti da malattie gravi precedenti al contagio.
Stessa la causa dei 97 decessi finora registrati in Italia.
Su una popolazione di otre 60 milioni di persona questa incidenza deve destare giusta preoccupazione ma non tale da paralizzare un paese per paura che se i contagi aumentano, non bastino i dottori e le strutture ospedaliere (eventualità esclusa al momento dalle autorità del settore anche perché, lo stesso Zingaretti, nel Lazio, ne ha chiusi 16!) .
Soprattutto non convince la chiusura sempre più indeterminata di tutti i luoghi di studio – quando quella studentesca i è la fascia meno toccata dal Virus – e soprattutto il trattamento riservato allo sport, partendo proprio dal calcio massimo veicolo di immagine per l’Italia.
Un giornalista dal Portogallo, paese beneficato dal Virus, ha chiesto: quanti calciatori in Italia siano stati contagiati dal Corona Virus.
Alla risposta: nessuno – come nessun altro sportivo -, ha chiesto il perché, allora, delle partite rinviate o da programmarsi a porte chiuse.
Bella domanda! Impossibile una risposta accettabile quando si consideri che l’ultima partita internazionale “ammessa” e mostrata dalle TV di tutto il mondo, prima del black out , è stata Napoli-Liverpool con 55 mila spettatori assiepati nello stadio San Paolo e nessun contagio registrato né a Napoli né in Inghilterra.
Il marasma pilotato impera ed il calcio è solo la punta dell’Icerberg.

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