
Devi emettere una fattura elettronica ma non conosci l’indirizzo telematico del tuo cliente? Recuperare il Codice SDI (Sistema di Interscambio) è il primo passo per garantire che il documento venga recapitato correttamente e che il pagamento non subisca ritardi. In questa guida vedremo come risalire ai dati completi per la fatturazione di qualsiasi impresa italiana partendo dalla semplice Partita IVA.
Come trovare il Codice SDI
Il Codice Destinatario è un identificativo alfanumerico di 7 cifre. Molte aziende, per facilitare il lavoro dei fornitori, rendono pubblico questo dato. Esistono tre canali principali per ottenere questa informazione:
- Ricerca Puntuale tramite Partita IVA: utilizzando database aggiornati che incrociano i dati camerali e le anagrafiche pubbliche. HAI la partita iva? TROVA LO SDI DA QUI.
- Consultazione INI-PEC: se non trovi il codice a 7 cifre, puoi cercare l’indirizzo PEC aziendale. Per legge, inviare una fattura all’indirizzo PEC equivale a inviarla al codice SDI.
- Indice PA: obbligatorio se il tuo cliente è una Pubblica Amministrazione. In questo caso il codice (detto Codice Univoco Ufficio) è composto da 6 caratteri.
Quale codice SDI usare?
| Tipo di Cliente | Codice da inserire | Note |
| Azienda | Codice Alfanumerico (es. K95X2S1) | Il più sicuro e veloce, fattura nel cassetto fiscale. |
| Privato o Consumatore | 0000000 (7 zeri) | Con Codice Fiscale |
| Pubblica Amministrazione | Codice Univoco (6 caratteri) | Consultabile su IndicePA. |
| Estero (Extra-UE/UE) | XXXXXXX (7 X) | Per fatture transfrontaliere. |
Perché è fondamentale avere il codice corretto?
Inserire una Partita IVA corretta ma un Codice SDI errato può portare alla mancata consegna della fattura. Sebbene la fattura risulti emessa, non è comunque consegnata per cui il cliente non la vedrà nel suo gestionale, ne ovviamente nel cassetto fiscale, creando disguidi amministrativi.
Consiglio: se il tuo cliente non ti ha fornito lo SDI, verifica sempre il suo sito web nel footer o nella sezione “Contatti”. Spesso le aziende pubblicano lì una “Scheda Anagrafica” scaricabile in PDF.
Cosa fare se il codice non viene trovato?
Se la ricerca tramite Partita IVA non restituisce un codice univoco specifico, la procedura standard prevede l’inserimento del codice convenzionale 0000000. In questo caso, è fondamentale:
- Inserire la PEC del cliente (se nota).
- Inviare una copia di cortesia (PDF) via email al cliente, avvisandolo che la fattura originale è disponibile nella sua area riservata dell’Agenzia delle Entrate.
L’esperto risponde: la fattura arriva sempre a destinazione?
Molti utenti si chiedono: “Se inserisco solo la PEC o i sette zeri (0000000), il cliente troverà davvero la fattura?”.
La risposta è sì, ma con una distinzione importante:
- Il ruolo della Partita IVA: il Sistema di Interscambio (SdI) utilizza la Partita IVA come “codice fiscale” per depositare il documento nel Cassetto Fiscale del destinatario. In termini legali, la fattura è considerata emessa non appena lo SdI la accetta.
- Perché la PEC non basta: inserire la PEC nel file XML è un ottimo supporto, ma non garantisce che il cliente riceva la notifica se non ha configurato correttamente il suo indirizzo telematico sul portale dell’Agenzia delle Entrate.
- L’obbligo di comunicazione: se utilizzi il codice
0000000, la fattura potrebbe risultare nello stato di “messa a disposizione”. In questo caso, sei tenuto per legge a informare il cliente (anche tramite una semplice email con la copia di cortesia in PDF) che il documento originale è scaricabile esclusivamente dalla sua area riservata sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Il consiglio da Attualita.it: per evitare solleciti di pagamento o malintesi, chiedi sempre al cliente di confermare la ricezione della copia PDF se non possiedi un suo codice SDI univoco.




