Racconti di sport

L’altra faccia del Brasile

Eneas de Camargo e Luis Silvio Danuello, l’altra faccia del Brasile dopo la riapertura delle frontiere del calcio di quarant’anni fa.

Roma, 29 aprile 2020 – Dopo la disfatta dell’Italia contro la Corea ai Mondiali di Inghilterra ’66 le frontiere del calcio vennero chiuse. “Basta giocatori stranieri! Autarchia!” si gridò per ridare lustro alla nazionale e così, per tutti gli anni ’70, nelle nostre squadre giocarono solo italiani. Ma nel 1980, quaranta anni fa, le frontiere si riaprirono, ma ad un solo straniero per club e arrivarono Campioni come Falçao, Krol, Prohaska e Brady, ma anche bidoni come Eneas de Camargo e Luis Silvio Danuello. Entrambi erano l’altra faccia del Brasile nel calcio. Abituati ad associare il paese sudamericano al football e logorati dall’astinenza di calciatori esotici, si pensava che ogni brasiliano che arrivava a giocare da noi fosse l’erede di Pelé. Invece i poveri Eneas e Luis Silvio erano solo dei discreti giocatorini di provincia baciati dalla fortuna, che diventò maggiore quando approdarono in Italia: il primo al Bologna, dove mister Radice lo accolse dicendo “abbiamo il nostro Enea”; il secondo alla Pistoiese, che in quel 1980 appariva per la prima (e ancora unica) volta nella sua storia nel nostro massimo campionato. Eneas, al pari della moglie, a Bologna cominciò subito a soffrire il freddo e la saudade. Entrava spesso in campo con calzamaglie e guanti neri, faceva giocate a dir poco bizzarre e si mangiava tanti gol. I tifosi rossoblu ricordano ancora quella volta in cui strappò il pallone dai piedi di un compagno solo davanti al portiere avversario per poi inciampare dalla foga e toccarlo a lato. Con la classica bonomia emiliana i presenti al “Dall’Ara” preferirono ridere anziché mettersi a piangere. A fine stagione la coppia Eneas tornò in Brasile con un bottino, per lui, di 3 gol in 17 partite di campionato. Ma i bolognesi hanno continuato a volergli bene, tanto che in molti si sono messi a piangere nel minuto di raccoglimento che ha preceduto Bologna-Ascoli per commemorarlo, visto che era da poco morto, a soli 34 anni, per i postumi di un incidente stradale, Quanto a Luis Silvio, se possibile, fece anche peggio. Già arrivò a Pistoia e nessuno sapeva quale fosse il suo ruolo. Ala tornate? Attaccante? Fantasista? Boh! A distanza di quarant’anni ancora non lo ha capito nessuno. Dopo 6 partite venne messo fuori rosa perché era veramente scarso e una volta tornato in Brasile su di lui sono fiorite molte leggende, poi smentite. Compresa quella che raccontava che era diventato un famoso attore di film porno.

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