Racconti di sport

Gli anni della Pouchain

Fine anni ’70/inizio anni ’80: la piccola ditta di Borgorose impone al calcio il suo stile.

Roma, 26 giugno 2022 – Come sempre in questo periodo le squadre presentano le loro nuove maglie. Che poi indosseranno nella stagione che verrà.

Cosa che ci ha fatto ricordare la grande rivoluzione che avvenne nel nostro calcio nel 1978 ad opera della Roma del presidente Gaetano Anzalone.

Che fu il precursore di tutto ciò che sarebbe avvenuto nel calcio italiano di lì a poco.

A cominciare dal merchandising, che in quegli anni nemmeno si sapeva cosa fosse e che lui inventò insieme al grafico Gratton e alla ditta di abbigliamento sportivo Pouchain.

Con quest’ultima, infatti, Anzalone e Gratton idearono una maglia che ben si addiceva alla “rivoluzione del lupetto” già avvenuta all’inizio di quella stagione 1978-79.

Che la Roma cominciò con una rivoluzionaria maglia arancione su pantaloncini e calzettoni rossi che venne tenuta fino alla 12ma giornata, 17 dicembre 1978.

Nella quale, all’Olimpico contro la Juventus, indossò per la prima volta l’ormai iconica “maglia rossa a ghiacciolo” della Pouchain.

Con la quale, una Roma dismessa e in crisi di punti e risultati, riuscì a battere 1-0 la sempre solida Juve del Trap con un gol di Agostino Di Bartolomei.

La nuova maglia, discussa dai tifosi puristi e amata da quelli innovatori, soprattutto dai più giovani, aveva portato subito bene.

E il successo della nuova linea di abbigliamento della Roma (nella foto vedete la tuta indossata da Liedholm) spinse tante altre squadre a rivolgersi alla Pouchain per ordinarle le proprie maglie.

Così, dopo la Roma, la Pouchain vestì l’Inter, il Palermo, il Bari, l’Udinese, l’Ascoli, la Lazio, il Cesena, il Taranto. Almeno stando ai nostri ricordi.

E fece anche le maglie per quel derby misto a scopo benefico che le due romane giocarono il 18 novembre 1979 dopo la morte del tifoso della Lazio Vincenzo Paparelli in quello che era stato giocato il 28 ottobre.

Le maglie della Pouchain, caratterizzate dalle classiche “spallone”, ebbero così tanto successo che perfino la tradizionalissima nazionale inglese si ispirò ad esse.

Tanto che, ai Mondiali dell’82, si presentò con una maglia praticamente uguale a quella della Roma e che rompeva con la tradizione: bianca con lo spallone rosso e blu.

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