Tematiche etico-sociali

Riflessioni di un sorvegliante ad un concorso pubblico

ConcorsoL’esperienza del concorso pubblico è stata per me motivo di forte crescita professionale e personale. Non avevo mai svolto un ruolo del genere e sicuramente va a vantaggio delle mie conoscenze lavorative ed in termini di rapporti umani. Dal punto di vista personale ha suscitato in me diverse riflessioni.

Mi sono rivisto in quei giovani pieni di speranza nella ricerca di un lavoro e addirittura cercavo tra i banchi qualcuno che mi somigliasse per ricordare ancora quelle che sono ormai sensazioni molto lontane dal mio presente. Un altro pensiero è stato quello di sentirmi molto ma molto fortunato nei loro confronti. Nella mia attività lavorativa svolgo un ruolo importante e che ho sempre sognato di fare, ogni giorno per me è appagante ed acquisisco sempre nuove conoscenze ma, la cosa più importante, è che ho un lavoro! Nella scorsa estate il nostro Istituto ha rischiato di essere “depennato” attraverso il decreto della spending review e in quel periodo la mia mente correva lontano verso preoccupazioni lecite e molto difficili da risolvere. Molti tra i miei colleghi non hanno percepito la possibilità di trovarsi senza lavoro. Ma per fortuna è andata diversamente. Vedere ultra cinquantenni che sedevano in quei piccoli banchi, che disciplinatamente seguivano tutte le indicazioni dello speaker nonché organizzatore del concorso, mi ha fatto pensare proprio alla mia fortuna ed a quella dei miei colleghi. Ci siamo stancati molto nei giorni in cui si è svolto il concorso, veramente tanto, ma non ha prezzo quello che abbiamo acquisito a livello morale e professionale. Dopo la partecipazione alle operazioni del concorso con i colleghi che erano presenti ho un rapporto diverso, di grande aggregazione professionale ed emotiva. Le empatie si sono scatenate e lo spirito di collaborazione ha raggiunto livelli eccelsi. Non c’è stata distinzione di qualifiche o qualcuno che si è tirato indietro su lavori definiti “umili”, tutti hanno fatto tutto. Chi spillava e impecettava, chi registrava con la pistola a lettura ottica, chi passava tra i banchi per la sorveglianza e per dare aiuto ai candidati. L’atmosfera era magica seppur la sera si tornava a casa distrutti perché la fatica durante il giorno non si avvertiva proprio per la tipologia positiva dell’esperienza vissuta.

In ultimo, la cosa che ricordo con più emozione sono gli occhi dei candidati, la loro compostezza, la loro dignità, la loro gentilezza nel dire sempre grazie quando gli si consegnava il foglio della prova, la loro speranza in una vita migliore, la loro voglia di un lavoro che li possa permettere di vivere una vita serena e piena di cose belle.

Attraverso queste mie righe ho voluto sintetizzare quelle che sono state le emozioni più forti e più appaganti dell’esperienza vissuta nel ruolo di sorvegliante ad un concorso pubblico, in quanto i valori che si acquisiscono in queste occasioni sono di natura diversa e molto elevati e si diventa sicuramente migliori!

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