Scienza

Compie 50 anni il primo computer made in Italy

Compie cinquant’anni la Cep, Calcolatrice Elettronica Pisana, il primo computer interamente progettato e realizzato in Italia.

Un mix di valvole e transistor grande come un campo da tennis e alto come un frigorifero, capace di fare 70mila addizioni al secondo grazie a una memoria di 8k (l’equivalente di un breve documento di testo), realizzata a mano con piccoli anelli di ferrite.
Lavorava 24 ore su 24, divorando chilometri di nastri di carta, e per verificarne il funzionamento si doveva ricorrere a un robusto martello.  
Per festeggiare lo storico compleanno, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Università di Pisa hanno organizzato una sessione di dibattiti e convegni intitolata “Pisa, culla dell’Informatica: mezzo secolo dopo la CEP e l’Olivetti di Barbaricina” presso l’Area della Ricerca Cnr di Pisa e presso il Museo degli strumenti per il calcolo dove la Cep è esposta al pubblico.
E’ stata l’occasione per ascoltare dalla viva voce di alcuni dei protagonisti dell’epoca le testimonianze di quella straordinaria avventura e, al contempo, per dibattere sulle prospettive dell’informatica del futuro.
L’anniversario cade nel “punto di mezzo” tra la realizzazione del prototipo della Cep, la cosiddetta Macchina ridotta del 1957, e il calcolatore elettronico vero e proprio inaugurato a Pisa davanti al Presidente della Repubblica Gronchi, nel gennaio 1961. “Essa fu l’ultimo lascito del Nobel Enrico Fermi, che ne suggerì la progettazione”, rammenta il presidente dell’Area Cnr di Pisa, Claudio Montani, “e il simbolo della creatività e dell’ingegno che alla fine degli anni Cinquanta animava il nostro Paese, rendendolo capace di competere ai massimi livelli sul piano sia scientifico sia tecnologico”.
Dal progetto Cep l’Olivetti attinse infatti le basi progettuali per creare – sempre a Pisa – l’Elea 9003: il primo calcolatore elettronico per uso commerciale mai introdotto sul mercato mondiale, presentato alla Fiera di Milano del 1959.
Un primato imprenditoriale assoluto dell’Italia, che purtroppo si esaurì pochi anni dopo, con la morte di Adriano Olivetti e la dismissione alla statunitense General Electric della divisione calcolatrici elettroniche di Ivrea.  
Ma l’eredità della Cep sopravvive fino ai nostri giorni. “Negli anni Sessanta, su impulso di quel progetto – aggiunge Montani – sono nati il primo corso di laurea in Informatica dell’Università pisana, il primo centro studi sulle calcolatrici elettroniche (Csce) e il più importante centro di calcolo elettronico nazionale (Cnuce) d’Italia. L’eredità dei due centri è confluita nei tre istituti di ricerca del Cnr che oggi operano nell’area di Pisa: Iit (Istituto di informatica e telematica), Isti (Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione) e Ilc (Istituto di linguistica computazionale). L’Università, in 39 anni di corso, ha laureato o diplomato in Informatica quasi ottomila studenti”.
In occasione dei festeggiamenti sarà consegnato il premio intitolato alla memoria di Franco Denoth, già direttore dell’Iit-Cnr e protagonista dell’avventura Cep: il riconoscimento alla migliore tesi di laurea sulle problematiche e lo sviluppo di Internet è andato a Stefano Baccianella dell’Università pisana.
 
 
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