Almanacco del 29 gennaio 2015

OGGI
Giovedì, 29 Gennaio 2015
NASCE
1860: Anton Pavlovich Chekhov, scrittore commediografo
 (17 Gennaio per il calendario Giuliano in Vigore in Russia all’epoca)
1874: John Rockfeller, filantropo
MUORE
1763: all’età di 71 anni muore Louis Racine, poeta
1934: Fritz Haber, chimico
ACCADDE
1613: Galileo Galilei – osserva, senza saperlo, il pianeta Nettuno non ancora scoperto
1861: il Kansas diventa il trentaquattresimo degli Stati Uniti d’America
1904: al Moscow Art Theater debutta “Il Giardino dei Ciliegi” di Anton Chekhov
 (17 Gennaio per il calendario Giuliano in Vigore in Russia all’epoca)
1916: i tedeschi usano dirigibili Zeppelin per bombardare Parigi
1924: Carl Taylor brevetta la macchina per la distribuzione dei coni gelato
1959: la Disney realizza “Sleeping Beauty” (la Bella Addormentata)
1964: viene proiettato per la prima volta “Il Dottor Stranamore” di Stanley Kubrick
1964: Olimpiadi – nella città austriaca di Innsbruck si apre la nona edizione dei
Giochi Olimpici Invernali. A questa edizione partecipano
61 atleti italiani di cui 8 donne.
1979: dopo 10 anni si scioglie di gruppo degli Emerson, Lake & Palmer
LA CHIESA RICORDA
Santi
S. Valerio vesc. di Trevi
S. Valerio vesc. di Ravenna, S. Flora, S. Cesario, S. Gelasio II papa
Onomastica
Valerio – Valeriano – Valeria
Nasce dal latino valere, “star bene”, è per questo un nome di buon augurio.
Divenne nome proprio già al tempo della Roma antica. Anche l’onomastica
cristiana lo adottò, infatti molti santi portano questi nomi o altri da essi derivati
Onomastico:
Valerio: 29 Gennaio
Valeriano – Valeriana: 14 Aprile
Valeria – Valeriana: 28 Aprile
 
PROVERBIO
La luna di Gennaio,
è la luna del vino
AFORISMA
Se gridi “Avanti!” accertati di rendere chiara la direzione in cui andare. 
Non capisci che se manchi di fare ciò e semplicemente dici questa stessa parola
 ad un monaco e a un rivoluzionario essi andranno
esattamente nella direzione opposta?
[Anton Chekhov]
DITELO CON I FIORI
Il significato di Scabiosa è…
– Amore sfortunato
DIZIOGIORNO
modi di dire: I Giorni della Merla
Sono detti “Giorni della Merla” gli ultimi tre giorni di Gennaio (29-30-31).
La leggenda narra che inizialmente Gennaio contasse 28 giorni.
Alla fine di Gennaio, un giorno in cui un timido sole era apparso nel cielo,
 una coppia di merli decise di andare al palazzo del mese più freddo dell’anno
per dirgli, ora che era finito il suo tempo, quel che pensavano di lui.
Arrivati al cospetto di Gennaio la merla cominciò d imprecare contro di lui
concludendo “…ma ormai il tuo tempo è finito …non ti temiamo più”
 Dopo la loro partenza Gennaio, indispettito, convinse il suo vicino di casa
Febbraio a cedergli i suoi primi tre giorni, così che da allora Gennaio ne conta
31 e Febbraio 28.  Gennaio ce la mise tutta e ce la mise tutta per rendere quei
giorni freddissimi… I  poveri merli, che non se lo aspettavano e le cui piume
erano parzialmente bianche, non poterono fare altro che cercare riparo nei camini
delle case da cui usciva il nero fumo del carbone. Quando dopo tre giorni, all’inizio
di Febbraio, ne uscirono, le loro piume erano tutte nere e grigio scuro.
Da allora Gennaio ha 31 giorni, Febbraio 28, i merli sono neri e gli ultimi 
tre giorni di Gennaio sono i più freddi dell’anno
CURIOSITÀ
A testimonianza di quanto sia antica la “leggenda della merla” nel Purgatorio di
Dante Alighieri  si trova una citazione che ad essa si riferisce:
Purgatorio (XIII, 123). Girone degli Invidiosi, il contrappasso è la cecità,
il personaggio la nobildonna senese Sapia che dice:
<< Rotti fuor quivi e vòlti ne li amari
passi di fuga; e veggendo la caccia,
letizia presi a tutte altre dispari,
tanto ch’io volsi in sù l’ardita faccia,
gridando a Dio: “Omai più non ti temo!”,
come fé ‘l merlo per poca bonaccia.>>
(sconfitti si diedero alla fuga; vedendo l’inseguimento fu tale la gioia che 
mi travolse che io guardai il cielo e dissi a Dio “ormai non 
ti temo!” come fece il merlo appena vide un po’ di sole)
UNA FRASE AL GIORNO
“L’ipotesi di viaggi nello spazio è una totale assurdità.”
(Richard Van Der Riet Wooley, 1956)
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