Almanacco del 31 gennaio 2014

 

 

OGGI

Venerdì, 31 Gennaio 2014

NASCE

1573: Giulio Cesare Monteverdi, compositore

1797: Franz Peter Schubert, musicista

1881: Irving Langmuir, fisico e chimico

1882: Anna Pavlova, ballerina e coreografa

1910: Giorgio Perlasca – convinto fascista, volontario nella guerra d’Etiopia,  incaricato dal governo di trattare una serie di affari a Budapest,  finge di essere un diplomatico spagnolo riuscendo a mettere in salvo più di 5.000 ebrei. 
Non condivise mai l’alleanza con la Germania e le leggi razziali, non rinnegò mai di essere fascista.

Le sue azioni ne fecero un eroe riconosciuto in Israele, in Spagna negli Stati Uniti, in Gran Bretagna,

ma non in Italia.

MUORE

1933: all’età di 65 anni muore John Galsworthy, scrittore

1954: muore suicida all’età di 63 anni Edwin H. Armstrong, radiotecnico inventore (modulazione di frequenza)

ACCADDE

1851: Gail Borden annuncia l’invenzione del latte condensato;

1871: milioni di uccelli oscurano il cielo di San Francisco;

1901: a Mosca si rappresenta la prima dell’opera teatrale “le tre sorelle” di A. Chekhov;

1905: costruita la prima autovettura che supera le 100 miglia all’ora (161 chilometri orari);

1928: la 3M mette in commercio i primi rotoli di scotch adesivo;

1961: David Ben-Gurion si dimette dalla carica di Premier di Israele;

1964: prima relazione ufficiale sul rapporto tra fumo e cancro

SI CELEBRA

Giornata Mondiale per la lotta alla Lebbra – Fu istituita nel 1954 da Raoul Follereau, 
scrittore, poeta e giornalista francese che per il suo impegno nella lotta alla lebbra fu definito “apostolo dei malati di lebbra”.
Riconosciuta dall’ONU, in realtà si celebra l’ultima domenica di gennaio

LA CHIESA RICORDA

Santi

S. Giovanni Bosco

S. Marcella, S. Eusebio, S. Giulio di Novara, S. Marcella di Roma

Onomastica

Ciro – Cira

Nome persiano, Kurush venne trasformato dai greci in Kyros che significa
“forza, autorità, potenza”.
In latino subì ancora una trasformazione in Cyrus con il significato di “colui che è forte”. 
L’onomastica cristiana lo adottò con il significato originale esteso a
“colui che è forte nella fede”.

Onomastico: 31 Gennaio

PROVERBIO

Il bene che dileggi e che non guardi

lo riconosci quando tu lo perdi

AFORISMA

Ho fatto una regola del non fumare mentre sto dormendo.

[Mark Twain]

DITELO CON I FIORI

Il significato di Zinnia magenta è…

– Durevole affezione

CURIOSITÀ

Sono detti “Giorni della Merla” gli ultimi tre giorni di Gennaio (29-30-31).

La leggenda narra che inizialmente Gennaio contasse 28 giorni.

Alla fine di Gennaio, un giorno in cui un timido sole era apparso nel cielo,
una coppia di merli decise di andare al palazzo del mese più freddo dell’anno per dirgli,
ora che era finito il suo tempo, quel che pensavano di lui.

Arrivati al cospetto di Gennaio la merla comincio’ ad imprecare contro di lui concludendo 
“…ma ormai il tuo tempo è finito …non ti temiamo più”

Dopo la loro partenza Gennaio, indispettito, convinse il suo vicino di casa Febbraio a
cedergli i suoi primi tre giorni, così che da allora Gennaio ne conta 31 e Febbraio 28.

E Gennaio ce la mise tutta e ce la mise tutta per rendere quei giorni freddissimi….

I poveri merli, che non se lo aspettavano e le cui piume erano parzialmente bianchi, 
non poterono fare altro che cercare riparo nei camini delle case da cui usciva
il nero fumo del carbone , quando dopo tre giorni, all’inizio di Febbraio, 
ne uscirono le loro piume erano tutte nere e grigio scuro.

Da allora Gennaio ha 31 giorni, Febbraio 28, i merli sono neri 
e gli ultimi tre giorni di Gennaio sono i più freddi dell’anno

EROI DA NON DIMENTICARE:

Giorgio Perlasca

Nacque a Maserà (Padova) nel 1910.

Condivise gli ideali nazionalisti del fascismo, nel ’35 andò come volontario prima in Africa Orientale poi in Spagna, con il Generale Franco.

Dopo la fine della guerra di Spagna, rientrato in Italia,  non condivise le scelte del fascismo su alleanza con la Germania e leggi razziali.

Per questo, smise di essere fascista, senza mai diventare antifascista.

Scoppiata la seconda guerra mondiale venne mandato, con lo status di diplomatico, nei paesi dell’Est per comprare carne per l’Esercito italiano.

L’ 8 di settembre del 1943 l’Armistizio tra l’Italia e gli Alleati lo colse a Budapest, sempre con lo stesso incarico; posto di fronte alla richiesta di aderire alla Repubblica Sociale rifiutò, e per questo fu arrestato.

Venne internato in un castello riservato ai diplomatici e per alcuni mesi la vita corse tranquilla, ma a metà ottobre del 1944 i tedeschi presero il potere arrestando il reggente ed affidando il governo ai nazisti ungheresi.

Giorgio Perlasca dovette fuggire e nascondersi e trovò rifugio presso l’Ambasciata spagnola.

Al momento del congedo in Spagna ricevette infatti un documento che recitava: 
“Caro camerata, in qualunque parte del mondo ti troverai potrai rivolgerti alle Ambasciate spagnole”.

Ed in pochi minuti divenne cittadino spagnolo, con un regolare passaporto intestato a Jorge Perlasca, iniziando a collaborare con l’Ambasciatore spagnolo, Sanz Briz, che già allora assieme  alle altre potenze neutrali presenti  (Svezia, Portogallo, Svizzera, Città del Vaticano) rilasciava salvacondotti per proteggere i cittadini ungheresi di religione ebraica.

A fine novembre l’Ambasciatore spagnolo,  richiamato in Patria per consultazioni, offre a Giorgio Perlasca la possibilità di seguirlo; ma Perlasca decide di rimanere per andare avanti con l’opera iniziata  e per non abbandonare a morte certa  chi viveva sotto la protezione della bandiera spagnola.

Emette, con timbri e carta intestata autentica la sua nomina ad Ambasciatore spagnolo,
porta le credenziali al Ministero degli Esteri che le accetta come autentiche. E qui iniziarono i 40/45 giorni in cui, da solo, con l’aiuto dell’avv. Farkas, il legale dell’Ambasciata spagnola anche lui di religione ebraica, resse l’Ambasciata spagnola nel ruolo di Ambasciatore di Spagna.

Riuscì a proteggere, salvare e sfamare giorno dopo giorno oltre 5200 ungheresi di religione ebraica ammassati in cinque case protette.

Li rifornì di cibo; trovò soldi; organizzò un abbozzo di struttura  militare di resistenza; affrontò fisicamente i nazisti; salvò, curò, girando su un’auto con le insegne della Spagna tra gelo, macerie, cecchini.

Protesse gli ebrei, recandosi con Wallemberg  alla stazione per cercare di recuperare i protetti, presentando documenti in cui fantomatici parenti spagnoli richiedevano la presenza in Spagna di persone in via di deportazione.

Giocando sul fatto che la maggior parte degli ebrei ungheresi era di origine sefardita, 
di antica origine spagnola cacciati alcune centinaia di anni addietro dalla Regina Isabella la Cattolica.

Quando i tedeschi stavano per lasciare Budapest, si oppose alla decisione del ministro dell’interno ungherese di incendiare il ghetto, minacciando ritorsioni da parte del governo spagnolo.

Per circa 100 giorni Giorgio Perlasca fu ambasciatore,  medico, organizzatore della resistenza, consolatore di singoli.

Sempre creduto in ognuno di questi ruoli.

E gli oltre 5200 ebrei ungheresi riuscirono a salvarsi, a sopravvivere.

Fu fatto prigioniero dall’esercito russo, ma liberato poco dopo,  riuscì avventurosamente a tornare in Italia e della sua storia si persero le tracce fino a che casualmente alla fine degli anni 80 Eva e Pal Lang,  da lui salvati, svelarono la sua avventura. .

Israele, Yad Vashem, lo proclamò Giusto tra le Nazioni, andò a Gerusalemme ove piantò l’albero sulla collina dei Giusti,  ospite del Governo israeliano.

Gli venne concessa la cittadinanza onoraria dello Stato d’Israele.

L’Italia gli concesse la Medaglia d’Oro al Valor Civile ed il titolo di Grande Ufficiale della Repubblica,  la sinistra si oppose al fatto di intitolargli strade o piazze, per via dell’etichetta di “fascista”, nonostante ciò in Italia ci sono piazze e strade a lui intitolate.

Durante una sessione speciale del Parlamento l’Ungheria gli concesse la massima onorificenza nazionale, la Stella al Merito.

A Budapest una scuola alberghiera porta il suo nome, la Spagna gli concesse l’onorificenza di Isabella la Cattolica.

Gli Stati Uniti lo accolsero come un eroe.

Alla domanda, ripetuta dai giornalisti sul perché lo avesse fatto, rispondeva in due modi.

“Lei cosa avrebbe fatto al mio posto,  vedendo migliaia di persone sterminate senza un motivo, solo per odio razziale e religioso, ed avendo la possibilità di fare qualcosa per aiutarli”.

E a un giornalista che gli suggeriva “Lo ha fatto perché cattolico” lui, credente anche se non praticante rispose: “No, perché sono un uomo”.

Giorgio Perlasca muore improvvisamente il 15 agosto del 1992.

Il destino ha voluto che la sua vicenda non scomparisse con lui,  riacciuffata per i capelli dopo oltre 40 anni.

E’ sepolto in un paese a pochi chilometri da Padova, Maserà. Ha voluto essere sepolto nella terra e con una unica frase, oltre alla data di nascita e di morte: Giusto tra le Nazioni, in ebraico.

L’avvocato Farkas, che con Perlasca si spese nel salvataggio di tante vite,  riuscì si a sfuggire ai tedeschi ma venne ucciso dalle truppe  dell’Armata Rossa quando nel gennaio del 1945 entrarono a Budapest.

Non esistono etichette che possano dire chi è una persona, le sue azioni sono la sua storia.

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