Taglio Emissioni UE al 90% entro il 2040: l’ambigua formula della flessibilità
L'Unione Europea conferma l'ambizioso target del -90% di emissioni entro il 2040 (rispetto al 1990), ma lo subordina a "flessibilità" e condizioni abilitanti. Una contraddizione logica che emerge dal vertice dei leader e che riapre il dibattito su crediti internazionali e stop ai motori endotermici.

Bruxelles mantiene l’ambizione sul clima, ma cede al pragmatismo. L’Unione Europea punta a centrare il target di riduzione del 90% delle emissioni nette di gas serra entro il 2040 (rispetto al 1990), ma subordina l’obiettivo alla concessione di maggiore “flessibilità” per gli Stati membri. Una formula che, come evidenziato da diversi leader, appare una contraddizione logica: un obiettivo ambizioso e vincolante viene di fatto limitato da margini di manovra indefiniti.
Il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha agito da mediatrice, garantendo le concessioni necessarie per ottenere il consenso dei 27 capi di Stato e di governo. Il Consiglio europeo ha così confermato l’impegno climatico, subordinandolo a due “condizioni abilitanti” cruciali: il ricorso a un “livello adeguato di crediti internazionali” per la compensazione e l’inclusione di una clausola di revisione in itinere.
La tensione al vertice: le riserve di Italia e Polonia
Il vertice dei leader concluso nella tarda serata del 23 ottobre 2025 ha visto un dibattito acceso sugli obiettivi climatici e sull’agenda Green Deal. Il Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, aveva preannunciato che l’Italia non avrebbe appoggiato il target senza un deciso cambio di approccio che tenesse conto delle specificità nazionali. Sulla stessa linea il premier polacco Donald Tusk, che ha definito le politiche climatiche eccessivamente ambiziose un errore, capaci di fornire “carburante per gli estremisti”.
Von der Leyen ha tentato di smorzare la tensione, richiamando l’importanza delle flessibilità già previste nella proposta prima di bocciarla: “Il percorso verso la neutralità climatica entro il 2050 è prioritario. Dobbiamo raggiungere l’obiettivo del 2040 nel modo più pragmatico ed efficiente. I 27 Paesi membri hanno situazioni diverse, per cui non esiste una soluzione unica. Occorre offrire loro la possibilità di conseguire il risultato comune scegliendo gli strumenti più adatti in base ai settori”.
Le condizioni del Consiglio: Crediti e Revisione Scientifica
Sulla questione dei finanziamenti esterni, i 27 leader si sono espressi favorevolmente all’uso di crediti internazionali per la riduzione delle emissioni in Paesi terzi – inizialmente proposti dalla Commissione in una quota pari al 3 per cento. Il Consiglio ha precisato che tale contributo deve risultare “ambizioso ed efficiente sotto il profilo dei costi”.
L’altra condizione abilitante riguarda la richiesta di una clausola di revisione, che dovrà essere applicata al target in futuro. La revisione, come richiesto dal Consiglio, dovrà avvenire “alla luce delle più recenti prove scientifiche, dei progressi tecnologici e delle sfide e opportunità in evoluzione per la competitività globale dell’UE”.
Il Futuro dell’Auto: Rivedere lo Stop ai Motori Endotermici
Infine, il tema della flessibilità si è esteso al settore automobilistico. Il Consiglio ha richiesto che la revisione del regolamento che prevede lo stop ai motori endotermici entro il 2035 debba obbligatoriamente “tenere conto della neutralità tecnologica e del contenuto europeo”.
Questa richiesta lascia aperte le porte a soluzioni alternative al solo veicolo elettrico, come gli e-fuels o altri biocarburanti. Se il principio della neutralità tecnologica verrà pienamente adottato, l’iniziale ban totale sui motori a benzina o diesel rischia di essere di fatto annullato, permettendo la circolazione di veicoli che utilizzano diverse tipologie di combustibili non fossili.






