GIOVANNI ALLEVI SI RACCONTA A UNIVERSITA.IT: IO DA EX STUDENTE SFIGATO A LAUREATO DELL’ANNO
Giovanni Allevi, da ex studente sfigato a Laureato dell’anno.  
 
  È così che il grande pianista  marchigiano di fama internazionale si definisce a Universita.it, il sito  di informazione universitaria, che lo ha intervistato in occasione del  premio che l’artista ha ricevuto dall’Università degli Studi di  Macerata. «Laureato dell’anno, ne sono più che onorato!» Afferma Allevi,  «eppure», rispondendo alle ultime polemiche del viceministro al Lavoro e  alle Politiche sociali, Michel Martone che ha definito sfigato chi a  28 anni ancora non si è laureato,« anche io lo sono stato, ma  evidentemente anche un ex studente “sfigato” come me, può ricevere il  Premio Laureato dell’anno!» Allevi ha poi consigliato ai giovani di  affrontare la crisi con mentalità aperta e creatività. 
 Per il musicista è  fondamentale avere una nuova visione del mondo ed entrare presto in  contatto con le proprie aspirazioni per usare la propria creatività  senza cedere alla tentazione di aspettarsi che qualcosa cada  dall’alto.  Nell’intervista ad Universita.it il pianista ricorda gli  anni dell’università «non sostenevo agli esami se non ero  preparatissimo, forse oggi affronterei l’Università con meno  preoccupazione, perché la vita vera inizia dopo.  
 Ha poi aggiunto che  in Italia il diritto allo studio non è sufficientemente rispettato, e  che spesso i giovani sono scoraggiati nell’inseguire i loro sogni ci  vuole molta determinazione per realizzare i propri desideri, io facevo  otto ore di treno per andare a lezione, non penso possano esserci  ostacoli reali alla volontà di realizzare un sogno, come lo è stato per  me il pianoforte Allevi si sofferma infine sulle difficili condizioni  attuali dello studente italiano, che molto spesso è costretto ad andare  all’estero in cerca di lavoro e opportunità «due anni fa, il giorno  prima del mio concerto a Zurigo, incontrai per caso un ragazzo molto  timido e mingherlino- racconta Allevi – quando gli chiesi cosa facesse,  mi rispose che la sua sfida quotidiana nel laboratorio di ricerca in cui  lavorava era quella di trovare il modo di far comunicare un cip  elettronico e una cellula nervosa perché dalla loro interazione potevano  nascere progressi importanti in campo medico. E’ la mia ossessione,  mi disse. Capiì che anche il sacrificio di stare lontano da casa per lui  aveva un senso, tuttora mi auguro che il suo sogno possa diventare  realtà!.
   
 
 
				

