Pasticci Diesel Euro 5 e autovelox: rimedio all’italiana cercasi disperatamente
Varie idee per risolvere i pasticci all’italiana Diesel Euro 5 e autovelox: si cerca di mettere una pezza provvisoria

Caos Diesel Euro 5 e autovelox: tanto che con emendamenti al decreto Infrastrutture si cerca di porre rimedio, all’italiana. Cominciamo dal primo guaio. Lo stop alla circolazione delle auto diesel Euro 5 nelle Regioni del Bacino Padano (Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna), previsto per il 1° ottobre 2025, potrebbe slittare di un anno, al 1° ottobre 2026, e potenzialmente anche oltre, fino al 2027. Questo grazie a emendamenti presentati da Lega e Fratelli d’Italia al decreto Infrastrutture. Obiettivo: salvare un milione di persone che hanno in quella zona le diesel Euro 5 e che verrebbero paralizzati. Qualcosa di simile a Roma.
Come emendamenti. Che il Parlamento deve esaminare in fretta e furia. Zero disegni legge per problemi gravi da pensare con calma in proiezione: né questo governo né i precedenti ci hanno pensato. Né agli ai diesel Euro 5 né agli autovelox.
Diesel Euro 5 nel Bacino Padano, quale futuro
Se l’emendamento verrà approvato, allora la decisione finale spetterà a ciascuna Regione. In caso di slittamento ,gli Enti locali dovranno attuare provvedimenti compensativi per la tutela dell’ambiente, volti a recuperare il calo delle emissioni che sarebbe derivato dal blocco. Tali misure potrebbero riguardare industria, agricoltura, efficientamento energetico degli edifici, trasporto pubblico e gestione del traffico.
È tutto confuso e disordinato. L’Italia è nell’UE, che impone direttive anti inquinamento mettendo le diesel nel mirino. Ora la stessa Italia cerca soluzioni di breve durata: fra un anno, il guaio torna. Intanto, Bruxelles ci guarda. Rammentiamo che potrebbe anche multarci ancora più pesantemente di quanto abbia già fatto se non riuscissimo a combattere le polveri sottili.
Autovelox, non si capisce più niente
Il vicepremier Matteo Salvini, tramite un emendamento al decreto Infrastrutture, sta spingendo affinché i Comuni siano obbligati a comunicare il numero di autovelox in loro possesso. Questo fa seguito a un censimento nazionale avviato ad aprile dal ministero dell’Interno, i cui dati sono ancora parziali. La questione è urgente perché ieri (12 giugno 2025) scadeva il termine di un anno concesso ai Comuni per adeguarsi a un decreto del ministero delle Infrastrutture del 12 giugno 2024. Senza dati completi e un decreto di omologazione, le multe rilevate dagli autovelox sono a rischio annullamento, creando incertezza giuridica. Nonostante il caos giuridico che dura da decenni, le autorità locali sottolineano l’importanza degli autovelox per la sicurezza stradale e il salvataggio di vite.
Ma davvero serve questo censimento? Eppure i Prefetti hanno dato l’ok agli autovelox: volendo, molti dati ci sono già. Inoltre, perché i Comuni non forniscono subito i dati degli strumenti? Temono qualcosa? Misteri italiani. Col decreto di omologazione atteso addirittura da 33 anni, giacché il Codice della Strada è del 1993. Numerose ordinanze della Cassazione in un anno spingono adesso le istituzioni ad attivarsi.